"SOLO L'ASSENZA DI CERTEZZE PUÒ AIUTARCI A RESTARE LIBERI"
(Roberto Esposito)

sabato 31 dicembre 2016

VESTITA A FESTA

Ci siamo, ormai l’anno è alla fine e sul mio balcone fervono le attività per il veglione di capodanno.

Lei frettolosa, non ha saputo resistere, e malgrado manchino ancora alcune ore al cenone si è già vestita a festa.


L’ asparagina a coda di volpe20160716_121830a
smesso il virginale abito di questa primavera,  fa ora sfoggio20161230_2809a
delle sue migliori bacche rosse, pronta a lanciarsi in vorticose danze per festeggiare e sperdere qua e la i suoi discendenti.

Anche io com’essa m’ appresto ad approntarmi, molto più sobriamente, per una serata tra amici. Fino ad ora abbiamo lavorato a preparar pani e cibi; quest’anno siamo a casa d’altri, ma il “catering” rimane un nostro onore.
Ciò che ci sgomenta sono i tre piani di scale da fare ripetute volte per portare tutto su… Con i tacchi alti…

Finché sono ancora sobria e tutta intera vi auguro un Buon Anno, ci rileggeremo nel 2017

Un virtuale abbraccio a tutti.

lunedì 12 dicembre 2016

LITIGARE PER I GIOCATTOLI

Avevo promesso che vi avrei postato la foto delle costruzioni in legno che il mio compagno stava preparando per il nipote, (pronipote), dunque eccole, mi paiono venute proprio bene.20161212_0030

Non posso dire altrettanto della foto, ma quando ho tentato di farne una seconda…

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Si è intromessa la Vei peggiorando il risultato:
C’era però chi non era d’accordo e subito è venuto a controllare innescando una rissa:

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E’ andata a finire con le costruzioni sparse qua e la e Nurù, placido, padrone del campo

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Con l’aria più innocente del mondo.
Gaaaatti! se non fate i bravi vi riporto in mezzo al campo da cui vi abbiamo toltoooo!

mercoledì 7 dicembre 2016

WORK IN PROGRES

Ovvero: la rana ed il pettirosso.

Mi sono messa nei lavori compicati, ho un piccolo nipote e per natale abbiamo deciso con il mio compagno di fargli avere solo cose fatte da noi.
Lui, falegname, gli sta preparando una serie di figure geometriche in legno, i classici cubi, archi, parallelepipedi… quando li porterà a casa ve li farò vedere; io ho pensato ad uno di quei pannelli su cui segnare l’altezza del bimbo man mano che crese, sarebbe facile, se non mi fossi messa a disegnarlo.
Bobbedol, il falegname mi ha preparato la tavola in legno, 130 centimetri per 26, verniciata di bianco e poi un po’ decapata, il resto tocca a me, con la richiesta di bobbedol di disegnarci qualcosa che cresce, un rampicante per esempio.

Ok un glicine.
Ma su cosa si arrampica? Su un albero.
Bene, ma l’insieme è un po’ triste.
Ecco le prime bozze

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E allora perchè non metterci un pettirosso?

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E magari un ranoccchio?

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Poi magari ci metterò qualche farfalla…

Verrà bene, ho molti dubbi.

martedì 29 novembre 2016

NON POSSO FAR FINTA DI NIENTE

Ma visto che non ho le competenze per parlarne linko un articolo che mi è parso molto bello, è lungo, ma ne vale la pena.

OMAGGIO A FIDEL

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mercoledì 23 novembre 2016

EL BELET

Ovvero come pulire argento rame e ottone in modo naturale, o meglio, “alla vecchia maniera”.

Nelle case di una volta prima che in alluminio, per non parlar del moderno acciaio, le pentole, le padelle, i paioli, ed i tegami erano in rame o in ottone; occorreva quindi avere sempre sotto mano qualcosa di sempice ed efficace per tenerli lucidi e puliti.

Ecco cosa si usava e cosa io uso tuttora.

Procuratevi:
A) qualcosa di rame, di ottone o d’argento da pulire…
B) del sale fine
C) dell’aceto
D) della farina di mais (presumo che allo scopo potrebbe funzionare altrettanto bene la crusca, ma a “terre alte” si sa che la farina da polenta non mancava mai)IMG_5919a

Il vassoi in primo piano è d’ottone, si vede, ma il piatto arabescato che ha  affianco è talmente ossidato che non è facile intuirne il materiale.
E’ un bellissimo piatto antico, tutto bulinato in rame con gli arabeschi in argento, lo portò mio padre dal medio oriente sesant’anni fa, quando ci andava per lavoro. Vediamo se riusciamo a renderlo presentabile utilizzando el belet (il belletto).

Dunque in una ciotolina si mescolano la farina di mais ed il sale in parti uguali si aggiunge poi l’aceto e si fa una pastella densa.

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Ne ho messa poi un po’ sul piatto da pulire

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e la ho sparsa con le dita, dopo una decina di secondi ho cominciato a strofinare piano con una spugnetta

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Ed ecco che, dove c’era la pastella, rame e argento cominciano già a ritrovare il loro colore mentre il bordo rimane ancora scuro.
Infine ecco il piatto ripulito,

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Ed il vassoio di ottone bello lucido, pronto per il mio tè del pomeriggio.

IMG_5927Chi vuole venire a berlo con me?

P. S. c’è qualcuno che sa l’arabo e può dirmi che c’è scritto sul mio piatto di rame?

domenica 20 novembre 2016

CAMPO AUTUNNALE

Ovvero: buoni gli spinaci!20161109_140608_HDR

A lato del vecchio filare di viti, viti tanto anziane da essere intercalate con gli aceri campesti, c’è il campo degli spinaci.20161109_140513_HDRQuest’anno son venuti bene, ed è ora di cominciare a coglierli. Dureranno sino a fine inverno, con il freddo  le foglie più esterne ingialliranno un po’ e bisognerà scartare qualcosa, ma adesso…

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Da eliminare c’è solo la radichetta!

lunedì 24 ottobre 2016

AUTUNNO

Si raccoglie ancora qualcosa,

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Le piante estive non si rassegnano ancora al cambio di stagione

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e quelle autunno invernali non sono ancora pronte.

mercoledì 19 ottobre 2016

LE STAGIONI IN SCATOLA

Ovvero: altre perdite di tempo ed esperimenti fotografici con lo smartphone.

Riesco a perdere tempo anche nelle attività perditempo.
L’autunno scorso ho cominciato un altro dei miei disegni ad acquerello, bacche di rosa canina su una delle mie solite scatole da te.20161019_161232_HDR

(il telefono non va bene per fotografare disegni con colori morbidi e sfumati, guarda li, sembra fatto a pennarello )

Avevo già in mente cosa disegnare sulle altre facce, ma in mente è rimasto fino a qualche settimana fa; è che l’idea c’era, ma non ero moto convinta di riiuscire a realizzarla, quindi, secondo le migliori strategie di evitamento, ho procrastinato su per giù un anno.

Infine ho ripreso il pennellino in mano

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ed ho iniziato altri due lati, che ho pian piano completato. Sono di una lentezza esasperante e ora della fine del lavoro sono riuscita ad ascoltarmi un intero audiolibro su radio 3 ma infine ecco finite20161018_195913

la piena estate e la primavera.

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Rimaneva l’inverno che non sapevo da che parte prendere, non avevo la minima intenzione di impelagarmi a disegnar neve su un fondo bianco, e poi tutto era partito dalla faccia con le bacche che prevedeva solo collegamenti da un lato, dall’altra parte termminava li.

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Ho cominciato ad abbozzare dei rami scheletriti, lidea di lasciarli così (fatti i dovuti raccordi) non mi dispiaceva, ma poi mi sono fatta prendere la mano
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li ho ammorbiditi un po’ e ci ho inserito un accenno grigio con il forte dubbio di non riuscire ad andare oltre ed il timore di dover cancellare le tenui linee, il che senza fare pasticci è un vero casino. (Quelli sul lato destro non sono i peli di un pennello ma di una coda appartenente alla micia Vei che s’era messa a dormire in mezzo ai colori uscendone assai variopinta) 20161014_194228

Forse Vei la piccola killer attendeva la fine del disegno per provare a mangiarsi anche questa cinciarella; ieri mattina scendendo dal letto ho posato i piedi nudi su qualcosa di soffice, per fortuna con delicatezza visto che era un passero mangiucchiato (Bleaah).

Le dimensioni reali della scatola sono una via di mezzo tra quelle delle foto piccole e quelle delle immagini grandi, il lato della cincia per esempio è di 8 cm di larghezza. Il fatto che sia piccola è un vantaggio, si vedono meno i pasticci!

P.S. la prossima volta le foto le faccio con la EOS, promesso Winking smile

domenica 25 settembre 2016

NOMI

Nomi inconsueti incontrati qua e là parte I
Asmaro
Epimaco
Fidalma
Massimilla (ebbene sì, è una mia cugina)

domenica 11 settembre 2016

DISTILLARE LA LAVANDA

Ovvero un nuovo gioco.

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Sotto casa ho due bei cespugli di lavanda, ogni anno a fine estate raccolgo i bei fiori e ne faccio grandi mazzi.
Ormai la casa ne è piena, non riesco a buttarli ogni anno per sostituirli con quelli nuovi perchè il loro profumo dura inalterato per moltissimo tempo, basta sfiorarli e ci avvolge subito in una nuvola fragrante.

Finiscono allora dentro gli armadi in sachettini  come questi che ho cucito l’altro natale

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Ma poi anche tutti i cassetti hano il loro sacchettino profumato, che fare allora? Ecco dunque l’idea balzana perché non provare a fare…

L’acqua di fiori di lavanda?

Non che io l’abbia mai sentita nominare prima, ma visto che c’è quella di rose, perché non tentare?

Oltre alla lavanda serve poco altro, acqua ed un alambicco
Alambicco? Sembra difficile ma non lo è, l’avevo costruito anni fa per distillare in casa alcool dalle fecce del vino che produciamo (quasi dei contrabbandieri).

Ecco qui il mio esperimento di distillazione della lavanda con le istruzioni per farsi il distillatore.

Occorrente:
una pentola a pressione con un cestello per la cottura a vapore
del tubicino di gomma per uso alimentare che tenga il calore (almeno 110° (io ho trovato del tubicino siliconico, quello che si usa per i distributori di bevande calde)
Tubicino di rame (nei negozi di idraulica)
un barattolo vuoto di pelati di quelli grandi (il barattolo non i pelati)
Bottiglie e bottigliette
il fornello di cucina e il lavello
acqua e la materia prima da distillare

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ho messo nella pentola poco più di un litro e mezzo di acqua, fino ad arrivare appena sopra il fondo del cestello, poi ho riempito sino al segno di massimo livello con la lavanda secca (quella degli anni passati, non vorrete mica che gli esperimenti li faccia con quella fresca di quest’anno!)20160905_0297
ho poi sfilato la valvola dal coperchio della pentola a pressione

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ho chiuso la pentola e al posto della valvola ho inserito un pezzetto di tubicino di gomma che serve da congiunzione con il primo spezzone di tubo di rame

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La lunghezza di questo primo tratto di tubicino di rame dipende dalla distanza tra fornello e lavandino (dopo vi faccio vedere tutto l’insieme, ma per ora andiamo un passo alla volta).

Con il secondo tubo di rame e il barattolo di pelati si costruisce la serpentina di raffreddamento dove il vapore condenserà per poi far gocciolare nella bottiglia il distillato.


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Si entra da sopra si esce da un foro laterale in basso, un po’ di silicone attorno al foro garantisce la tenuta, in alto un tubicino un po’ piu grosso fa da sfioro per il troppo pieno, i soliti tubicini di gomma servono per le giunzioni

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Il barattolo con la serpentina va appoggiato sul lavello sotto il rubinetto e riempito d’acqua, l’acqua durante la distillazione dovrà rimanere leggermente aperta per garantire il raffreddamento.
Dal tubicino di sfioro l’acqua esce molto calda, sotto ci ho messo prima la bacinella per lavare i piatti e poi la pentola per cuocere la pasta (risparmio energetico )
Winking smile

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Se io avessi tenuto l’uscita della serpentina un po’ più lunga e l’avessi piegata in basso mi sarei risparmiato l’ultimo pezzetto di gommina.

Ecco tutto il congegno:20160905_0308

La pentola sembra lontanissima, solo uno scherzo del gradangolo, saranno 90 cm.

Risultati e considerazioni finali:

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Da più o meno un litro e mezzo, uno e sei di acqua ho distillato sino ad ottenere un litro circa di prodotto, ho avuto una gradevolissima sorpresa con l’abbondante resa in olio essenziale ottenuta, non ci contavo, la immaginavo trascurabile invece ho raccolto circa 15 cc di un olio fantastico, quindi mettete il distillato in bottiglie dal collo lungo e stretto in modo da facilitare il recupero dell’essenza con una siringa.
(Questa qui sopra è una delle due bottiglie da mezzo litro che ho riempito, si vede benissimo l’olio affiorato)
Non proseguite la distillazione oltre il litro, olio e acqua usciti dopo non hanno un odore così gradevole e il colore cambia divenendo più scuro evidentemente i composti meno volatili che evaporano per ultimi sono di qualità inferiore.

Non tenete il fuoco troppo alto distillate lentamente tanto da poter chiudere di tanto in tanto l’acqua di raffreddamento, questo lo ho imparato quando distillavo alcool e Melissengeist di cui qui riporto una ricetta semplificata che non prevede la distillazione.

L’acqua ha un odore un po’ più dolciastro dell’essenza con un vago sentore di erba cotta
Open-mouthed smile
ma rimane comunque molto gradevole, l’olio è ottimo. Immagino che la variabilità del risultato sia alta a seconda della varietà della lavanda e  della freschezza della materia prima, considerando quanto vecchia era la mia penso si possa solo migliorare.

Esperimento interessante, da ripeter senz’altro.

Provateci

sabato 20 agosto 2016

IL SOLE IN BARATTOLO

e in tavola.

La tentazione di conservare l’estate per goderne d’inverno è irresistibile, complice il fatto d’avere l’orto che produce in abbondanza e il desiderio di variare i cibi senza acquistare quasi nulla.

E quindi…20160813_0027

Peperoni in agrodolce, oltre a quelli congelati in vario modo.

Facile e veloce:
mondare i peperoni e farli a tocchetti.
In una casseruola unire:
100 g di sale
100 g di zucchero
100 g di olio
1 l di aceto bianco
spezie, ovvero, secondo il mio gusto, grani di pepe, chiodi di garofano e foglie di alloro.
Far alzare il bollore e gettarvi un po’ dei peperoni a pezzetti, appena la pentola riprende a bollire togliere con una schiumarola i peperoni e metterli a raffreddare in un colapasta. Meglio sbollentarli un po’ per volta in modo che il bollore sia raggiunto velocemente e rimangano sodi.
Finito di scottare i peperoni far raffreddare il liquido rimasto, quando entrambi non scottano più riempire i barattoli con i peperoni sbollentati e coprirli con il liquido. Togliere le bolle d’aria aiutandosi con un coltello e chiudere i barattoli. Non richiede sterilizzazione ci pensano aceto e sale a conservare

Poi…20160820_0048

Sotto lo scaffale dove tengo tinture, oleoliti, sciroppi e erbe essiccate, affianco al nocino appena filtrato, attendono il loro turno20160820_0047 dei pomodori.

Le settimane scorse abbiamo preparato pelati e passate, adesso visto che nel campo ce ne sono ancora in abbondanza è la volta dei pomodori spaccati, forse la preparazione più veloce per conservarli in barattolo.

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Basta tagliarli a metà, togliere i semi e riempire ben bene i barattoli,

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chiuderli e sterilizzare.

Ma non si può solo pensare al futuro occorre anche nutrirsi nel presente, e quindi, considerato il caldo cosa c’è di meglio di un gazpacho?
Questo è il mio modo di prepararlo, so che ce ne sono molti altri ma a noi piace così:

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Pomodori appena pelati e passati, questi sono dei cuore di bue, ma va bene qualsiasi pomodoro dolce e polposo.
Con il frullatore ad immersione li unisco a del pane imbevuto della loro acqua, a qualche goccia di aceto e ad una generosa quantità di olio.

20130728_6013Aggiungo poi peperoni e cetrioli a pezzetti minuti, la cipolla ad anelli sciacquata in acqua e aceto, appena un’accenno d’aglio, abbondante basilico un cucchiaio di semi di cumino sminuzzati con il macinaspezie, sale ed una punta di peperoncino piccante.

Tutto a km zero a parte peperoncino e cumino, persino l’olio che è di Gianni ed il sale che viene da Cervia e l’aceto fatto dal nostro vino.

Lascio in frigo a raffreddare ben bene, e a tavola!

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Sappiate che se lo mangiate a cena sicuramente la notte vi toccherà alzarvi per fare pipì