"SOLO L'ASSENZA DI CERTEZZE PUÒ AIUTARCI A RESTARE LIBERI"
(Roberto Esposito)

sabato 2 marzo 2013

NATO DA DONNA…

OVVERO PARTO IN ANONIMATO

1960 Giuliano

Tra me e l’istinto materno c’è un abisso, sarà forse per quello che ogni volta che sento la frequente notizia di un bimbo gettato in un cassonetto, oltre e prima del dolore per il bimbo rifiutato, avverto lo strazio per quella donna, spesso quasi bambina che partorisce sola, di nascosto, terrorizzata per il parto e per la sua sorte di donna che non doveva essere gravida. La immagino incapace di vedere altre vie d’uscita, disperata, dolente per lo sforzo della nascita, per la solitudine, per l’abbandono che si accinge a compiere e per quello che ha a sua volta subito, che se non fosse un essere in qualche modo abbandonato non vivrebbe questo dramma.

UN ALTRO MODO C’E’

La legge consente alla madre di non riconoscere il bambino e di lasciarlo nell’Ospedale dove è nato (DPR 396/2000, art. 30, comma 2) affinché sia assicurata l’assistenza e anche la sua tutela giuridica. Il nome della madre rimane per sempre segreto e nell’atto di nascita del bambino viene scritto “nato da donna che non consente di essere nominata”.

POSSIBILE CHE NON POSSA ESSERE FATTA UNA CAMPAGNA INFORMATIVA ADEGUATA?

(Se ne fanno di tutti i generi perchè non questa? E se è già stata fatta, non è stata fatta bene, che io non l’ho mai vista.)

Che raggiunga le giovanissime, le migranti, le sfruttate, quelle spaventate, quelle tenute in soggezione, quelle troppo povere, quelle che ignorano…

Che raggiunga anche gli uomini che, dove c’è un bimbo c’è stato prima anche un uomo.

Il mio blog è niente, ma se tra voi che mi leggete qualcuno più popolare di me avesse voglia di rilanciare il mio grido…

3 commenti:

valerio ha detto...

Credo che ci sia ancora tanta "ignoranza",come dici tu , è uno strazio sopratutto per la donna, Credo che la scuola ancora oggi non aiuta i giovani rifugiandosi sul web.

un post bello , vero !!!

ciao

Vera ha detto...

finchè la morale sessuale in Italia continuerà ad essere gestita dalla chiesa difficilmente i ragazzi troveranno facilmente le risposte, anche di presenza e sostegno, di cui hanno bisogno.

UnUomo.InCammino ha detto...

Dove appaiono i confini della morte, della vita, li' dove siamo messi nella nostra umana fragilita' ed estemporaneita' al cospetto del mistero, cerchiamo appigli, certezze non esistenti.

La chiesa (ma ora, assai peggio la cacca islamica) hanno sacrificato le donne in funzione della biologia, la riproduzione a favore dei proprietari maschi.
Siamo arrivati ad alcune leggi sensate, come quella citata, sulla possibilita', per le madri, di affidare il frutto del proprio ventre, quando non se la sentono di accudirlo.
Ma questo e' un passaggio tecnico, la legge non puo'indirizzare o sostenere il travaglio di donne che arrivano a quel punto.
Anche qui si ripropone lo spauracchio, il dolore, la debolezza, il travaglio dell'esserne coscienti, che nessun modernismo, nessun politicamente corretto, nessun sconclusionata neoreligione a felicita' imperiture, inesistenti, al dirittismo alla felicita', potranno mai scacciare.

Ama te stess* e osserva.

Il primo pensiero buddista ti chiede di volerti bene e di abbandonarti alla meditazione del mistero.