"SOLO L'ASSENZA DI CERTEZZE PUÒ AIUTARCI A RESTARE LIBERI"
(Roberto Esposito)

lunedì 15 dicembre 2008

MARINELLA E BRUNETTA

Pensione a 65 anni anche per le donne.

padelle1

Padelle di un albergo (scansione da un vecchio provino)

Marinella è una di quelle che tira la carretta: marito malato di cuore ma soprattutto ansioso e pigro, non lavora. Due figli grandicelli, lavoricchiano. Lei si che lavora, eccome! Negli alberghi della riviera. Fa le camere, lava i piatti. Alberghi che fanno la stagione lunga, lunghissima 10, mesi a volte tutto l'anno. Altrimenti di che si vive?

Ok, l' inverno è un lavoro quasi normale ma avete una vaga idea di cosa sia la STAGIONE nel riminese? Per 5 mesi sono 10/11 ore di lavoro sette giorni su sette, sempre di corsa sempre con l'orologio in mano, nemmeno il tempo di fare pipì . I prezzi relativamente più contenuti degli alberghi romagnoli sono possibili sulle spalle di chi ci lavora. Rispetto al personale che serve ne manca sempre uno: uno in cucina, uno in sala, uno nelle camere. Gli orari sono sacri, guai a lasciare una camera non pronta dopo una certa ora, guai aprire la sala da pranzo un po' in ritardo. E quando hai la febbre lavori lo stesso, non per i padroni, ma per i colleghi. Farai poco ma almeno dai una mano.

Quando Marinella arriva al lavoro (le otto) ha già comprato il pane, preparato la colazione e cotto il sugo per quelli che a casa poi devono pranzare (lei mangia con i colleghi alle 11.30 in albergo, 20 minuti e via al lavoro). Finisce il primo round verso le quattro quando tutti i piatti e tutti i pentoloni sono tornati al loro posto nelle loro credenze. Prima aveva pulito la hall, le scale, le stanze, i cessi e aiutato in lavanderia

Il secondo turno Marinella lo comincia alle sette di sera quando quelli di sala hanno finito di cenare. Qualcosa da rassettare, preparare i lavandini e le macchine per rigovernare. Sette e mezza ricominciano le danze, si apre la sala da pranzo e via. Finisce quando ha finito, dipende. Nove e mezza, che carini sono venuti a cena in orari tutti; le dieci, giornata normale; le dieci e mezza, ma guarda quei quattro stronzi che si sono persi a S. Marino e sono arrivati a cena alle nove e mezza.

Tra un turno e l'altro c'è la casa, lavare e stirare la divisa, tutti i panni di famiglia, preparare la cena e magari dare una pulita ai pavimenti e a tutto il resto.
Marinella è una donna solare forte e coraggiosa, parolaccia e sorriso facili, spesso arrabbiata. Chi le va a dire che deve lavorare cinque anni di più? Con che forza lavorerà?

"Questa di Marinella è una storia vera".

Di donne come Marinella ce ne sono tante, e io abbracciando lei le abbraccio tutte.

ferragosto

Sala e cucina, ferragosto dal lato sbagliato del tavolo (scansione)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Brava, gran bel post che fa riflettere anche sulle diseguaglianze o su come molte volte siamo superficiali.
Ciao Guido

P.S. Devo dire che hai un bel tratto come tua sorella vera. Non so di chi sia la primogenitura ma scrivete sembre cose non banali, in modo "pulito" e con molto garbo.

Vera ha detto...

Lo sai Guido, i clienti negli hotel hanno poi anche il coraggio di chiederti: ma signorinaaa come mai oggi non ci racconta niente? Ci ho lavorato 17 anni li conosco bene.
La primogenitura è di Francesca, in tutti i sensi, è lei quella colta. ;) Non per niente il sotto titolo del mio blog è "blog minore".
Ti pare che noi si scriva bene? Chissà forse lo dobbiamo a chi ci raccontava sotrie inventate al momento, tenendoci sulle ginocchia.

Anonimo ha detto...

Vera,
io penso che voi scriviate bene, però quello che traspare sia nei tuoi scritti che in quello di Francesca è un forte senso di umanità, l'attenzione anche per gli "apparentemente" piccoli. Be se devo proprio dire lo scritto su Marinella e Brunetta merita tanto. E si... chi ci ha tenuto sulle ginocchia e ci raccontato tante storie del passato ha veramente lasciato il segno nelle persone. Forse per questo, a costo di sembrare un po' scemo, tengo ancora sulle ginocchia mia figlia quindicenne ( grazie al cielo ci sta e ascolta ancora un po' di storie...). Dimenticavo mio suocero romagnolo, mia suocera altoatesina, mia moglie di Bolzano mia madre svizzera, mio padre nato in Germania, io milanese pensa che casino di geni si ritrova dentro mia figlia. Meglio così come gli dico sempre... cittadina del mondo con le radici ben piantate nella terra dove è nata (Crema).
Ciao Guido